Riguardo al bullismo e agli atti di prevaricazione alcuni sociologi hanno suggerito che i concetti naturali nella vita quotidiana vengono appresi attraverso esempi, pratica, esperienza, piuttosto che regole astratte, campate in aria o solo teoriche. Una teoria esemplare riguardo il bullismo propone un modo di vedere che si apprende attraverso il concetto di astrattismo pratico, cioè una grande varietà di intrecci sociali atti a sviluppare un prototipo di ciò che il bambino riuscirà a fare. Altri hanno studiato prototipo apprendimento simultaneo delle tecniche di assertività per difendersi dal bullismo così alcuni studenti universitari, presentando una serie di teorie e chiedendo ai soggetti di riprodurre il le simulazioni delle prevaricazioni hanno compreso che è più facile stare fermi che reagire. Questo tipo di studio consente ai ricercatori di acquisire una comprensione del processo di concetto del bullismo e di apprendimento delle tecniche di difesa che possono essere viste sotto la lente di ingrandimento. Nel corso degli anni però gli studi si sono bloccati di fronte un dilemma e tutti sono di fronte a un numero infinito di possibilità e stimoli complessi. Il primo problema è la scelta dei pari, cioè come scegliamo
un gruppo di bambini per poi ordinarli nella simulazione? In altre parole i concetti dipenderanno da nostri interessi, dalle nostre capacità, dai valori e dalle esperienze che diamo al posto in cui viviamo, all’ambiente, alle persone che ci circondano. Se consideri il lavoro degli psicologi, dei pedagogisti e dei sociologi sotto vari punti di vista, si noteranno delle incongruenze aberranti. Vivere in una suola per una persona può significare un compito spiacevole, un momento strano, triste, mentre per un altro si tratta di un mezzo per raggiungere la formazione, la crescita, lo sviluppo senza essere per questo ansiosi. Vivere la formazione come una forma di vita che ci aiuta a capire meglio il mondo in cui viviamo, così come noi stessi.